La Riserva naturale integrale Bosco Siro Negri è un piccolo lembo di Pianura Padana che fu donato all’Università degli Studi di Pavia nel 1967 da Giuseppe Negri, cittadino pavese e grande amante della natura. Nel 1970, in occasione dell’Anno Europeo per la Conservazione della Natura, indetto dal Consiglio d’Europa, l’Università decise di vincolare il Bosco come Riserva Naturale Integrale alla quale, per desiderio del donatore venne dato il nome del fratello Siro.
Il bosco Siro Negri fu istituito come Riserva naturale dallo Stato Italiano con il Decreto Ministeriale 11 dicembre 1973 dell’allora Ministero per l’Agricoltura e le Foreste.
In omaggio alle intenzioni del donatore l’Università si impegna a conservare integro il bosco, non attuando quindi alcun intervento di gestione e consentendo l’accesso solo ai fini di ricerca scientifica, educativi e di vigilanza. Grazie a queste restrizioni il Bosco Siro Negri può essere definito “riserva integrale”, e ha assunto un notevole valore naturalistico e scientifico.
L’area è situata sulla sponda destra lungo il corso del fiume Ticino, a una quindicina di chilometri dalla città di Pavia, nei comuni di Zerbolò e Torre d’isola e si trova all’interno della più ampia Zona Speciale di Conservazione (già Sito di Importanza Comunitaria) IT 2080014 “Bosco Siro Negri e Moriano”, che si estende su una superficie di 1.352 ettari.
Al territorio vincolato della Riserva, attualmente di circa 9 ettari, sono stati associati due appezzamenti acquisiti dall’Università di Pavia nel 2008 e nel 2014 per ulteriori complessivi 11 ettari circa.
L’ente gestore della riserva, il Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente dell’Università degli Studi di Pavia, organizza attività di ricerca scientifica, attività didattiche e di divulgazione e comunicazione.
La vegetazione della Riserva è di tipo forestale. Gli alberi più diffusi sono la farnia (Quercus robur), diverse specie di pioppi (Populus alba, P. nigra, P. canescens) e la robinia (Robinia pseudoacacia) mentre gli alti arbusti più frequenti sono il nocciolo (Corylus avellana), il biancospino (Crataegus monogyna) e il pado (Prunus padus).
Gli arbusti bassi sono generalmente sporadici, coprono non più del 15% e raramente hanno un’altezza superiore al metro; tra le specie più ricorrenti: ligustro (Ligustrum vulgare) e cappel di prete (Euonymus europaeus). Il tappeto delle erbe di sottobosco ha un aspetto variabile con le stagioni.
La vegetazione della foresta è riferibile ai tipi dei querco-ulmeti alluviali, inquadrabili nell’associazione fitosociologica Polygonato multiflori-Quercetum roboris Sartori 1984.